A tutto Est: in Giappone

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20 mag 2014

camera e sud: a melissa, di nuovo


QUESTO l'ho scritto l'anno scorso a un anno dalla morte di Melissa.
Vale ancora.
Capito Melissuccia?
Mica ci scordiamo, ok?

Holga CFN120, Lomo red scale 120



24 dic 2013

là (e da lassù) dove sei nata

E poi ti ritrovi come ogni Natale, da quando te lo ricordi, nella tua città. Là, dove ti dicono di essere nata mentre vivevi altrove in cui ci vivi per 11 anni e poi torni là-dove-sei-nata per altri 8 e poi parti per altri 18 ed è allora che ti inizia a mancare là-dove-sei-nata, ma sai che là-dove-sei-nata non ti manca perché non ci vivi, ti manca e basta. Puramente.
E quando torni è tutto tremendamente uguale ai tuoi occhi, vuoi che sia così, sennò che ritorno è? Certo è cambiata: il sindaco, le luci, le strade, i negozi, i ristoranti, le pizzerie, un teatro che funziona, un cinema che non s'è capito, tutto sembra cambiare ma su un tessuto che deve esserti riconoscibile e anche riconoscente. Yes...perché vuoi camminare e incontrare e sapere che di fronte la signora che ti ha fermato ha già scorso il tuo albero genealogico nella sua mente e ti dice "salutami la mamma, sa'?" E tu quella non sai manco chi sia, ma ti fidi dicendo "certo, allora buon natale" e cammini oltre e ti incazzi perché in giro c'è ancora monnezza e sembra tutto ancora bloccato e fermo sto sud. Ma ti fotte, ah se ti fotte il natale là-dove-sei-nata, con le luci e gli alberi, di cui non è che ti sia mai importato tanto, ma li guardi lo stesso anche solo per criticare chi ce li ha messi. Quest'anno cometa alla Porta Grande e albero in piazza della Chiesa Madre; la vineria "giù da Mino", che il sito internet non ce l'ha, s'è inventato l'albero con le botti di vino!
"Mal'erva a ttei" avrebbe detto ziaA se fosse ancora con noi, vedendomi nottetempo a fotografare tutti 'sti alberi di natale del paese. E così zioM, che sicuro avrà riso scuotendo la testa da lassù, vedendomi di giorno infrattata tra gli ulivi secolari in cerca di case sgarrupate come quando guardavo i Gorilla. Ma io fotografo per voi, eh! Che qui è natale e lo sapete a memoria com'è, ma io ve lo faccio vedere così com'è ora. E poi A. mi ha prestato la sua Hassel, quella che fa STONK ed è il gioiello più gioiello che io abbia mai maneggiato, oltre alla Leica, quindi questo sarà un natale di vero lusso da mostrarvi. Allora non distraetevi che vi porto in giro 'sti giorni e vi faccio ridere e vedere che qui stiamo bene. Insomma, siamo più grandi, più vecchi, più rughe, più figli arrivati e altri in arrivo, mogli diverse e mariti scappati. Però siamo ancora nello stupore di fermarsi all'angolo della villa, con le spalle alla Porta Grande e sentire zioMar che dice "questo secondo me è il punto più bello di Mesagne".
E non essere tutti d'accordo, ovviamente.

(perché natale qui è anche questo: tu sei ateo e pensi che da lassù ci guardino quelli che - mannaggia a loro - se ne sono scappati!)







29 set 2013

29 settembre

Ballavamo ad una festa privata ed E. mi chiese se volevo che diventassi la sua ragazza, io mi sa che dissi subito di sì. "Mi sa" perché di quella sera ricordo poco, tipo di chi fosse la festa e che era appena uscito "Oro Incenso e Birra" di Zucchero, poi ricordo le farfalle nello stomaco, in testa, ovunque e il sorriso stampato che più non tolsi. La sera, in camera, mia sorella mi guardò e prima di spegnere la luce mi disse "ma devi dormire con quella faccia? Ma che ti è successo?" Giacevo ad occhi chiusi e, coperta dal lenzuolo fino al sorriso stampato, ripercorrevo ogni farfalla...Correva l'anno 1991 e la sera del 29 settembre, di E. m'innamorai. 
Poi dopo 10 giorni esatti E. mi lasciò, così, senza parole. Tipico di quell'età.
Piccoli eravamo, piccoli, ora si dice adolescenti, ma eravamo piccoli e per me quello fu come un lutto. Io, E. continuavo a vederlo, facevamo parte della stessa comitiva. E per un anno ancora, E. a me ha continuato a "piacermi".
Pochi anni dopo Lilly si innamorò di M. ma tanto, proprio tanto, nel senso che non capiva più un cazzo (abbiamo anche litigato per colpa di M. io e Lilly!) Lilly era (è) un genio nel mettere insieme le cose, capirle, intuirle, conservarle ed elaborale, ma soprattutto cercarle. Così, in cerca di M. e dei suoi dettagli ce ne andavamo io e Lilly con la vespa 50 degli anni '90 ormai inoltrati a cantare a squarciagola un motivo maledetto (appunto!!!) di Irene Grandi.
Lilly e M. una sera camminano mano nella mano. Lilly era FE-LI-CE.
Poi M. parte, più che altro sparisce, anche lui senza dire molto e la lascia. Tipico di quell'età? No...M. era più che adolescente. Diciamo tipico del momento: vado a nord, quindi...Lilly resta innamorata e sola un 29 settembre.
Per questi due episodi, io e Lilly abbiamo deciso da circa 20 anni che il 29 settembre è il nostro giorno sfortunato e che il 29 in generale è il nostro numero sfigato.
Negli anni io e Lilly siamo cresciute, cambiate, preso strade diversissime, lei ha sposato uno nato il 29 e rischiato di farlo di 29. Io ho perso cose importanti nei vari 29 di altri anni, ho perso treni, occasioni, mi sono bruciata una mano, mi sono pentita di 29... Abbiamo dovuto smettere di ascoltare la canzone di Maurizio Vandelli, 29 settembre, in questi 20 anni, e per esorcizzare io e Lilly ci facciamo il resoconto delle sfighe dei 29, ovunque noi siamo. Il 29 è diventato per noi forse il modo più semplice per non perdersi. Io so che quando Lilly sente questo numero, il suo pensiero va a me e il mio a lei. Quindi, di base almeno una volta al mese ci pensiamo.
Le semplici cose.

Ecco qui il 29 settembre del 2013. Tiè, Lilly.
Oggi è il primo vero giorno d'autunno, qui fuori dalla mia finestra. Guarda che tramonto per il nostro giorno...






29 settembre 2013

Marina di Pisa

POLAROID LAND 210 - Fuji 100C




23 mag 2013

per questo mi chiamo Giovanni


Lumix FZ28

Questa è Linosa, c’ero a fine settembre del 2006, ci arrivai con l’aliscafo da Porto Empedocle dove notai che il nome di “Vigata” compariva sul cartello di benvenuto.
Linosa è bellissima, piccola, colorata, tranquilla, 4 cognomi, 4 famiglie. Il giro in barca di tutta l’isola te lo fai in una giornata, con molta calma e fermandoti nelle calette. In bicicletta il giro lo fai in 2 ore, con molta calma a osservare i campi di lenticchie coi ficupaletta che fanno da frangivento. Scopriamo che a Linosa non si mangia pesce, ma che la lenticchia appunto è il piatto tipico locale. Però se dici ad un pescatore di farti un po’ di pesce, te lo pesca. Il cellulare non prende, al massimo ti compare l’operatore della Tunisia, così se vuoi telefonare devi andare al supermercato e usare il telefono a pagamento. A Linosa c’è un solo albergo, il Linoikos, gestito da un agrigentino. Anche a ferragosto dicono che sia tranquilla, perché i turisti preferiscono Lampedusa coi locali e le discotece. A Linosa nel 2006 c’era solo un wine bar, frequentato soprattutto dagli stranieri-residenti del centro di recupero delle tartarughe  a cui pochi giorni fa hanno dato fuoco (ma questa è un'altra storia). Un paio di volte l’anno agli abitanti viene portata la benzina e il gasolio per le machine a motore. Incredibilmente, in un posto così piccolo, c’è la zona in cui si sta d’inverno e quella in cui si villeggia d’estate. Infatti, i linosani d’estate possono andare anche solo 500 mt più in là nella casina di campagna a coltivare le lenticchie.
Il giorno prima della partenza arriva un’ondata di maltempo. Ci dicono che non si può partire. La nave che normalmente arriva da Lampedusa con molta probabilità non riuscirà ad attraccare. Noi sotto sotto siamo felici, restare lì è magico, anche con le onde alte. In albergo c’è una piccolo biblioteca e tra i libri ce n’è uno che si chiama "Per questo mi chiamo Giovanni" di Luigi Garlando. Lo legge prima il mio compagno, lo divora in 2 ore, dice che è bellissimo. Poi lo leggo io e gli dico che è vero, è bellissimo, da brividi alla schiena.

Un giorno il padre di Giovanni comunica al figlio che quel giorno lui non andrà a scuola. Giovanni non capisce e si stupisce (quando mai un padre dice ad un figlio di non andare a scuola). Il padre gli dice che quel giorno andranno in giro per Palermo e camminando gli racconterà una storia, quella del suo nome, Giovanni e quella dei piedi bruciati del suo scimpanzé di pelouche.

Giovanni si chiama così in onore di Giovanni Falcone, a cui oggi mando il mio pensiero, come molti altri italiani che hanno la fortuna di poter dire che sono italiani come lo è stato lui.

non sono riuscita a capire chi abbia scattato questa foto, vorrei dirgli che è bellissima



Toh! Ciao Giovanni!
Ma tu lo vedi che fatica facciamo a portare avanti il tuo lavoro?
Lo vedi??

19 mag 2013

a melissa


A te, Melissa, che un anno fa sei scoppiata, mentre il mondo continuava.

Holga CFN120, Lomo red scale 120
Io festeggiavo i 50 anni di Jovack, eravamo felici tra italiani e tedeschi, tutti in una festa.
Poi quello squillo alle 9.00 del mattino. Accampata e dormiente nella tenda, rispondo e mio padre mi dice "prima che tu lo sappia dalla TV...oggi è scoppiata una bomba alla Morvillo-Falcone di Brindisi, proprio mentre dal pullman scendevano le ragazze di Mesagne". E allora ho detto "nooo" e sono sgusciata dal sacco a pelo, per sentire meglio la voce di papà e l'aria che dovevo respirare. Ho pensato subito alla data, era il 19 maggio e dopo qualche giorno avremmo ricordato Falcone ('che ogni anno io gli mando un pensiero a quell'altro scoppiato) e che anche Borsellino era scoppiato di 19, anche se di Luglio. Ma che c'entrava? Mica era stata la SCU ad aver fatto scoppiare la bomba? E mio padre parlava e io pensavo a chi, perché, come, se...e anche a chissà quanti altri Paesi stavano scoppiando tra le bombe allo stesso momento e fatto i morti. E così dopo che ho salutato papà sono corsa fuori a raccontare, chi faceva colazione, chi il bagno in piscina, chi dormiva e tutti si sono fermati a dire "nooo" e a fare ipotesi e dire la loro e poi sono cominciati gli sms e le telefonate di solidarietà per una mia compaesana, corregionale, che poi il sud è sud tutto insieme, il nord tutto nord, il centro idem e l'Italia è tutta intera nelle disgrazie. E io non ci potevo credere che si ricominciava con le bombe a Brindisi, che uno di Brindisi lo sa bene che significa una bomba che scoppia e ti riporta agli anni 90...

Poi la festa è andata avanti e Melissa è morta, è morta da un anno.
Così qui la immagino alla festa che mi sono rovinata, ma che adesso mi voglio vivere con Melissa tra i fiori e i profumi e gli splash dell'acqua in piscina.
Per poco, perché poi piovve quel giorno.

Fujica STX 1 - Lomo Xpro dall'abum "19 maggio 2012"


QUI come la ricorda acidella.


7 apr 2013

cronache dal MEN: prima di tutto bisogna arrivarci













06/04/2013

Mi perdo.
In generale mi perdo, non ci sono cazzi.
Scusate il termine, ma non c'è altro modo.
Se poi devo arrivare in orario in un posto di una città che conosco poco, mi perdo ancora di più. Cioè, se sono sulla strada giusta, la cambio.
Solo che stavolta sono preparatissima, ho studiato tutto, treni autobus e piedi, in caso c'è mia sorella che abita lì e può farmi da navigatore. Alle 9.30 c'è la registrazione al greenhouse documentary workshop.
Scopro che arrivare all'auditorium Stensen di Firenze dalla stazione SMN è una cavolata.
Prendi l'1 e scendi in piazza della libertà, poi in 3 minuti ci sei.
Se poi, prima di salire sull'autobus chiedi all'autista "Ma questo va in piazza della Libertà?" e poi dopo un minuto "Ma se devo andare in via Don Minzoni, la fermata piazza della libertà va bene?" e aguzzi le orecchie e senti che c'è una ragazza che chiede di via don Minzoni allora è fatta! La seguirai!
Solo che lei ha le cuffie, come tutti ormai nei tempi apparentemente morti trascorsi sui mezzi pubblici. A me piace guardarli, loro hanno le cuffie io guardo loro. 
Faccio in modo che la ragazza mi noti, le dico "Questa è la fermata piazza della libertà" lei mi sorride, si toglie le cuffie e mi dice "Eh?". Glielo ripeto e lei mi dice allegra "Allora scendo anche io! Ma tu sai dov'è via don Minzoni?"
L'autista ha capito con chi ha a che fare, ci fa un colpo di clacson e ci indica un viale ENORME impossibile da NON notare.
"Ho grandi aspettative per questo MEN festival" - dico io
"Cos'è?" - dice lei
"il posto in cui stiamo andando" - dico io
"...io mi fermo al n.15 ho un groupon da 19 euro e mi faccio taglio colore e piega, speriamo bene. Comunque mi chiamo Genziana"
"Ciao Genziana, mi raccomando, digli che ritornerai..."

Sono talmente in tempo che vedo la saracinesca dello Stensen alzarsi...




22 dic 2012

22 12 2012 "e così abbiamo visto tutto"

Nel 2003 apre a Mesagne l'ipermercato Auchan, ospitato nel centro commerciale Appia Antica. Nessuno però dice "andiamo all'Appia Antica", no, con una sineddoche si sente dire "andiamo all'àuscian", la parte per il tutto.
L'àuscian ha giocato un ruolo cruciale sul territorio mesagnese, stravolgendo la vita al piccolo commerciante locale e soprattutto le abitudini delle famiglie. All'àuscian si va per fare una gita fuori porta, oltre che per comprare quelle 18 bottiglie in offerta di detersivo per piatti. L'àuscian ha un fortissimo potere aggregativo: si incontrano gli amici che non vedi da anni, così ti racconti che fine ha fatto la tua vita dai banchi di scuola a quel momento. All'àuscian i bambini hanno un posto per giocare, le mamme fanno la spesa, qualche ragazzino ci si rifugia con la fidanzata dopo aver marinato la scuola, per un bacio al caldo (rischiando tuttavia di incontrate la mamma che fa la spesa!). 
E poi "che vuoi?" Non compri qualcosa?
Il mesagnese, fedele all'àuchan, difficilmente cede alle lusinghe del centro commerciale Le Colonne, aperto pochi Km più avanti.

Oggi, 22 12 2012, l'àuscian era pieno. "Che vuoi? Gli ultimi regali di natale".
L'area parcheggio come un autodromo: a fatica si parcheggia, a fatica si entra, a fatica si riesce ad evitare di fermarsi a parlare con qualcuno. Non puoi entrare-prendere-pagare-e-uscire, questo romperebbe l'armonia del ritmo mesagnese (all'àuscian non ci stai mai meno di 2 ore). 
Oggi c'ero. Ovvio. Aspettavo di pagare, quando una forte musica si è sentita, dal vivo, suonare e avvicinarsi. La banda. Oggi all'àuscian c'era la banda, con le majorettes e i babbo natale. "E così abbiamo visto tutto..." ha detto una commessa che sistemava i calzini.
Aspetta, ma quello è un treno?
All'àuscian oggi c'era un treno che camminava ed era pieno di gente tra la gente.
Infine, stasera (già ora) all'àuscian c'è la notte bianca. Povia canta.





21 dic 2012

21 12 2012 - maya ci avete fatto un favore

Strategie di marketing e comunicazione "impec!"

Gli abitanti di Cisternino hanno fatto la cosa migliore.
Si sono inventati che i Maya non ci vanno così a sud a premere il bottone della fine del mondo e così hanno invitato tutti a rifugiarsi lì da loro.
Non c'è un B&B libero a pagarlo oro.
Stanze d'albergo "vancanti"? Queste sconosciute.
I trulli? pieni fino al capezzolo in cima.

E così stasera "si friggono purpette, le pettole e le pucce con le olive" in piazza a Cisternino.
Quasi quasi vado a vedere e brindo ai Maya perché così Cisternino non sarà più solo un paese della valle d'Itria, vicino a Ostuni e Fasano...

31 ott 2012

Marina resiste



Marina di Pisa, 29 Ottobre 2012

Cara Cbp,

Alla fine di tutto possiamo solo provarci a starci a questo mondo, che poi chi decide è lei, la madre di tutte le madri: la Natura. Com'è bella, anche nella sua pericolosità, anche nel terrore che genera.
E' bella nella sua potenza, è madre, sì, è proprio madre.

Ieri ti ho pensato molto, avresti apprezzato quel buio, quel rumore di ciottoli e di detriti, quel muretto giù e questo sentirsi nel cerchio di protezione. Perché non si capisce come mai solo noi e il barrino non abbiamo praticamente riportato danni, sul lungomare.
Al mattino di ieri partivo alle 8.00, solito mare incazzato di libeccio, vento forte, tutto il sale addosso e sulla macchina, i cassonetti a terra, le sedie volate e un pezzo di ringhiera di casa che si stacca, piccolo, ma si stacca. Tutto normale, quindi, già visto, già familiare. E' ottobre, è cambiata l'ora e cambia la stagione. Non ci ho fatto caso alle onde che saltavano la diga (chiusa!!) costruita per i lavori del porto nuovo, arrivando direttamente in strada e allagando il paduletto. Forse il paduletto c'aveva già un metro d'acqua, ma via Majorca no e così non era facile accorgersene. 
Le libecciate si assomigliano. Ma questa evidentemente no. 
Ho guardato piuttosto le nuvole grigie di viale D'Annunzio, belle, cariche, tra l'una e l'altra un pezzo di cielo azzurro, tra me e loro la stanchezza di una settimana senza stop, il piacere di essere di nuovo tra i banchi di scuola ad un corso. E così andavo verso Pisa alle 8.00 del mattino di domenica, come non succedeva da anni forse, poi approdavo in piazza Santa Caterina di domenica e dicevo "certo che sta piazza è proprio bella, qui venivamo con Lara a cantare le canzoni di De André", se non sbaglio. Giocare a calpestare le foglie e pensare a notting hill...
Mentre di là, una piccola sensazione di tsunami si stava formando.
Forte...forte!

- - - - - - - - -

Marina è una città che resiste al cambiamento tutte le volte che può, come ti dico sempre.
Stamani l’intento era di fotografarla dopo il piccolo tsunami che la ha attraversata ieri.
Voglio l'istantanea e ho l'ultimo pacco di pellicole Polaroid, un chocolate, non ho scelta.









Polaroid LAND 210
pellicola chocolate 80 ISO expired 2009
Vedi?
Niente, apparentemente non sembra essere successo niente.
Incredibile.

17 mag 2012

Comunioni

Le comunioni esistono ancora!
Sì, anche al centro-nord. Poi lei è mia cugina e il rito in genere mi piace molto. E poi, lo confesso, quando l'ho fatta io è stato il giorno più bello della mia vita per degli anni...
Un giorno invece mi sono alzata e ho detto "ma se un padre manda a morire il figlio, che padre è?"
Ed è finita la mia fede.


Fujica