Gli abitanti di Cisternino hanno fatto la cosa migliore.
Si sono inventati che i Maya non ci vanno così a sud a premere il bottone della fine del mondo e così hanno invitato tutti a rifugiarsi lì da loro.
Non c'è un B&B libero a pagarlo oro.
Stanze d'albergo "vancanti"? Queste sconosciute.
I trulli? pieni fino al capezzolo in cima.
E così stasera "si friggono purpette, le pettole e le pucce con le olive" in piazza a Cisternino.
Quasi quasi vado a vedere e brindo ai Maya perché così Cisternino non sarà più solo un paese della valle d'Itria, vicino a Ostuni e Fasano...
Chi canta è Mino De Santis.
Mino ha bisogno di tempo per essere ascoltato.
La prima volta sono le note e il paragone con Murolo e De André.
Poi invece è la voce di fumo, poi le dita sulla chitarra, poi quel dialetto, poi cosa so del salento? Poi le facce dei suoi personaggi, le immagini che diventano situazioni, quadri. Poi il tempo per un altro pezzo, poi qualcosa l'hai persa e allora lasci tempo all'ascolto e ti abbandoni e finalmente sei dentro quelle Storie.
E poi l'inevitabile nostalgia del mondo com'era e le riflessioni su di te quando ti ci ritrovi, come vorresti che fosse, l'impossibilità di quella naturalezza scomparsa.