E’ notte e ed è Africa. Il cellulare italiano squilla, il telefono è in fondo a una tasca dello zaino. Quando arrivo a prenderlo ha già smesso. E’ la mia amica Monica, una di quelle amiche che rivedi dopo mesi ed è come se fosse il giorno prima. Un filo continuo.
Mi dice che suo padre non c’è più. Resto di ghiaccio. Esploro tutte le possibilità, quelle che di notte amplificano il dolore.
Giuliano ha deciso di farla finita, proprio lui: il Dr Giuliano De Donno, che a Brindisi tutti conosciamo per la sua professionalità e umanità di Medico, adesso in pensione tuttavia volontario presso il suo ospedale di sempre.
Per me è quel Giuliano che ho conosciuto attraverso le sue figlie, nel tempo trascorso all'università in via di Gello a Pisa, tra ansie di esami, pranzi e fughe fuori porta. Giuliano per me è quell'uomo con le gote rosse, il perenne sorriso e l’accento marcatamente brindisino; quello che tra gli scogli della sua Santa Sabina, quando gli raccontai della mia prima (vera) crisi d’amore, mi disse: “peggio per lui, lascia stare, non sarà la prima volta e adesso fatti il bagno”.
Nei miei schemi mentali Giuliano era uno che amava la vita, ma se ha deciso di chiuderla forse perché amava di più quella degli altri.
Per forza deve esserci stata un buon motivo, vero Giuliano?
E’ buffo. E' la prima volta che ti chiamo per nome e ti do del tu.
Mi prendo questa libertà.
Come hai fatto tu, scegliendo di volare.
Addio Uomo, Padre e Medico.
E' tremendo. Sei tu che hai lasciato il segno stavolta. Tu che i segni sulla pelle delle persone li toglievi con maestria .
Tocca a noi adesso ricucire con cura.
Ce la metteremo tutta. Promesso.
Intanto eccoti i segni di questo cielo africano.
Buon riposo.
D.
"SEGNI NEL CIELO AFRICANO" Toamasina - Madagascar 2016 |