A tutto Est: in Giappone

19 ott 2012

Giro d'Italia: "generazioni"

Canción de las simples cosas by Vinicio Capossela on Grooveshark

agosto 2012

Comincia un lungo viaggio in solitario a bordo di una Fiesta del 2005.
Mari, paesi, gente e tutto quello che sarà, bastano le sigarette e la musica, il resto verrà da sé.
Le sigarette sono le Amadis Blue
La musica viene da Rebetiko Gymnastas di Vinicio Capossela - Le semplici cose
Non è facile dire dove siamo qui.
Le foto le ho fatte con la Fujica e la EXA 1A, la pellicola è un foma 100, senza nulla togliere al foma, ma è una pellicola che uso per provare le macchine mai usate. Tuttavia, qualunque macchina e qualunque pellicola mi avrebbero fatto fare delle fotografie qui.
Quando c'è una Storia, l'occhio ne acchiappa i dettagli.
Un tempo questo luogo si chiamava Cavallerizzo, una frazione di Cerzeto, in provincia di Cosenza, quindi in Calabria. Nel 2001 ero qui. Ai tempi Cavallerizzo aveva 600 abitanti ed io andai in estasi per il modo in cui Cleofe mi presentò a sua sorella Amelia, perché zia Amelia era affacciata alla finestra di una casa che stava in alto, molto in alto e non la vedevo. Noi eravamo giù in una piazzetta un po' in discesa con l'altra sorella di Cleofe e di zia Amelia, zia Ilia. Zia Ilia era famosa per le sue capacità di commerciare, nel suo negozio aveva scarpe, vestiti, alimenti, cose per la casa, tutto, "attenta ca ti frica, zia Iluzza" diceva Lara, la figlia di zia Cleofe. In piazzetta, c'era anche Sandra la famosa Sandra, figlia di zia Ilia, di cui finalmente ero riuscita ad assaggiare uno dei dolci che, forse, cuoceva nel forno di Tonino, suo fratello. Tonino aveva la pizzeria in piazzetta e la pizza la faceva col caciocavallo.
Tutto questo in meno di 15 minuti. Una finestra, le strade, le case in alto e in basso, una piazza, un dolce e poi, dopo i 15 minuti, una pizza e le persone che vanno e vengono da quel monte dove Cavallerizzo si "arroccava", dove tutti erano nati e partiti in America del nord e del sud, in Australia e in Germania, tornati e poi rientrati, tutti zii dei nipoti, prima figli e poi padri, madri e adesso anche nonni.
Cleofe ogni giorno faceva le curve da San Marco Argentano a Cavallerizzo per tornare al Paese, dove c'era tutta la sua Storia, la sua terra, di cui conosceva ogni radice che sprofondava e si espandeva. Quella sera zia Amelia l'ho salutata per educazione, ma non l'ho né vista né capito cosa diceva a Cleofe, perché a Cavallerizzo parlano l'albanese del '600, una lingua che si sono tramandati oralmente. Allora io per la prima volta ero straniera in Italia! Ero finalmente in una comunità arbereshe o meglio ancora ghiegghia, come dicono gli stessi calabresi-non-albanesi quando vogliono prendere le distanze da un pezzo di storia che s'è conservato nei secoli "Si vidi u ghiegghiu e u lupu,  spara prima u ghiegghiu e dopu u lupu".  Nel 2005 il monte che regge Cavallerizzo si sgretola, lo sapevano gli abitanti, da mo' che lo sapevano, ma non si lascia la terra, li hanno mezzo avvisati, sono scappati, così nessuno è morto e dicono che è anche per questo che noi di altre Regioni non ne abbiamo mai saputo abbastanza di quel paese che non c'è più. Poi l'Italia s'è mossa, a modo suo, ma s'è mossa e Cavallerizzo è stata restituita "subito" agli abitanti, così, come l'ho vista quest'anno, nel 2012:

Cleofe continua a fare le curve da San Marco a Cavallerizzo ogni giorno anche se sono curve un pò diverse. Tonino si è trasferito a Sartano con la pizzeria e il caciocavallo. Io ho sentito il peso e la freddezza del senso di appartenenza che ognuno di noi ha per i proprio luoghi. O ci stai o te ne vai, non c'è via di mezzo per definizione, ma i luoghi restano anche se diventano new town. Sapere di poter tornare è l'ancora immaginaria. C'era un silenzio assordante quando mi sono accorta che dalla new town, la vera Cavallerizzo loro possono guardarsela, sempre.

6 commenti:

  1. Anonimo13:43

    i miei commenti te li ho già fatti durante e prima, adesso te li farò fare dai miei parenti sparsi cui invierò il link.....bbbrà, piccatu ca a musica è muta...ma sbaglierò io..ehiilà!

    L

    RispondiElimina
  2. Enrichetta09:58

    Uno scatto ...un istante per immergermi in quel mare di ricordi che racchiudono tutta una vita, mamma mia quanta nostalgia in quelle foto (bellisime.. specialmente la prima ...tre generazioni a confronto...la zia Esterina, una carissima amica di mio padre, la cugina grande e "A PICCIRIDDA..."e vicra") e nelle tue bellissime parole. Nostalgia che fa salire il nodo in gola e gonfia il cuore come una vela in mare....grazie di cuore per tutto cio' e continua ad emozionarti e a farci emozionare ...

    RispondiElimina
  3. loro possono guardarsela, sempre.

    RispondiElimina
  4. ilia09:54

    ...semplicemente... FANTASTICA!!!!..grazie

    RispondiElimina