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Le cascate di kandeko ci sono piaciute proprio e per Levi era la prima volta.
Levi è uno dei mille nipoti di Blaise e Blaise è la persona che gestisce il
sito “turistico” che si trova a Kandeko, un villaggio a 20 km da Ouesso. Le virgolette alla parola turistico ci
volevano tutte, almeno fino a qualche mese fa.
C’eravamo già stati 2 anni fa con Yorick, Sasha e Rwan. Ci andammo un pomeriggio a fare un sopralluogo. Dopo che ci spiegò come funzionava, e che saremmo dovuti tornare il giorno dopo, rRimanemmo un po’ a suonare con la famiglia di Blaise, noi avevamo chitarra e il tamburello e loro qualunque superficie da percuotere.
L'indomani partimmo per la visita alle cascate. Dopo 5 minuti di marcia ci ritrovammo immersi con l’acqua fino al collo, i ruscelli di cui Blaise ci aveva parlato e che avremmo dovuto attraversare facilmente erano in realtà fiumi in piena, a causa della pioggia della notte precedente. Ma ormai eravamo lì, continuammo. Il tutto durò un’ora e quaranta e l’unica cosa che non si bagnò furono le macchine fotografiche negli zaini portati sulla testa. Arrivammo alle cascate e le guardammo dall’alto. Fu una delle mie prime uscite in natura in Congo.
Agosto 2021 |
Anche la seconda volta che ci andai ne uscii completamente bagnata e neanche stavolta fu per un tuffo nella cascata, ma per la pioggia che ci prese sulla via del ritorno. Consegnai anche il mio k-way per coprire il piccolo di 3 anni che era con noi. Avevo l’acqua fino alle mutande, anche in quell'occasione, Blaise ci disse che presto avrebbe risistemato il posto per renderlo “turistico”, costruendo ponti sui ruscelli, sistemando il bar sulla casetta rialzata e poi il prato lungo il torrente all’entrata e poi i bungalow per pernottare. Di turistico Blaise però in quel momento aveva solo fissato i prezzi, oltretutto altissimi e io gentilmente mi rifiutai di dare la somma richiesta e lui non ce la fece a insistere.
Così domenica io e la mia amica Maria abbiamo deciso di andarci. Chiamo il tassista di fiducia, che solo di nome fa Christian Dior (il cognome a questo punto non importa). Blaise però non ci sarà, ha una veglia funebre, mi dice al telefono. Tuttavia si raccomanda di chiedere di suo figlio Prince se vogliamo andare alle cascate. “Vedrai, Daniela come è tutto nuovo” mi dice con soddisfazione.
Al nostro arrivo troviamo la famiglia Blaise al completo: madre, nonna, figli, nipoti, polli e pecorelle. Prince non c'è. C’è Maman Nathalie, che si ricorda di me e della musica suonata la prima volta. Ci mostra le migliorie, lo spazio picnic adesso ha le altalene e due grandi macchine giocattolo per i bambini. Tutto è fatto con materiali di riciclo. Ci fa vedere le chenilles messe a seccare col mango selvatico. È il periodo buono.
Agosto 2023 |
Prince arriva e ci presenta la sua equipe. Oltra a lui ci sono Levi e Stev, due dei tanti nipoti di Blaise. I ragazzini ci mostrano i nuovi spazi del sito: i laghetti per la piscicultura e l’idrovora per la corrente elettrica, poi il campo di platani, la canna da zucchero, i corrosol e papaye e tutto in fondo la foresta. Levi è il più piccolo, ha occhi profondi e vispi, parla benissimo e con passione del lavoro messo su dal nonno. Non avrà 10 anni secondo me. Ci dice che i pesci dello stagno si possono pescare solo da adulti, dice che sono grandi quanto lui e che li pescano mentre mangiano le radici delle ninfee.
"Chi conosce la
foresta è Prince", dice Levi con fierezza. Gli chiedo degli animali, mi dice che ci sono i gorilla, e anche un gruppo di scimpanzé, che al mattino presto si affaccia proprio lì davanti. Ma quelli non si possono cacciare, mi dice.
Per arrivare alle cascate stavolta ci sono voluti solo 40 minuti, andando a passo veloce. Prince e i ragazzi ci aprono la strada a colpi di macete. Nel cammino, frutti mangiati dalle scimmie impronte di elefanti.
Camminiamo veloce, il rumore dell’acqua inizia a sentirsi sempre più forte. Quando arriviamo davanti alle cascate, sempre la stessa sensazione di pace, come le altre volte. Dopo 5 minuti siamo tutti in acqua. Con noi c'è anche un altro ragazzo, che non parla e non si tuffa, ma ci guarda affascinato.
Scopriamo che per Levi e Stev è la prima volta che nuotano qui nelle cascate. Pochi arrivano fino qui e nessuno fa il bagno, ci dicono. Stev entra in acqua coi pantaloni lunghi. Nuotano come dei pesci. Facciamo le 3 vasche sui diversi livelli, passando tra le rocce e tuffandoci ogni volta. Ci aspettiamo reciprocamente, con una bella complicità. L’acqua è fresca e pulita e mi ricompensa di quella voglia che spesso ho di immergermi fino alla punta dei capelli.
Per i ragazzi però l'acqua è troppo fredda, non sono abituati.
Levi et Stev, Agosto 2023 |
Al rientro il tratto di foresta sembra durare meno, "perché a ritorno si hanno meno aspettative” dice saggiamente Maria. Arrivati alla base, è come se ci aspettassero tutti. Siamo la novità. Questo posto non lo conosce nessuno o comunque qui il turismo non esiste.
La famiglia è riunita, Stev
e Levi si uniscono agli altri piccoli, i grandi ai grandi e io e Maria mangiamo il nostro panino con l’omelette. Prince resta con noi a fumare la sua sigaretta, mentre in fondo c'è il rumore di ingranaggio dell' altalena accanto alle due grandi Ravinala del Madagascar.
A prenderci ci sarà Merveil, mandato da Christian Dior. Maman Nathalie, sotto il grande cancello arruginito si raccomanda di portare la musica la prossima volta e Prince mi promette che mi porterà a cercare gli scimpanzé.
Chissà se lo faremo davvero, ma qui è la prospettiva che conta "pour s'accorcher".
E bravo Blaise! E lo ammetto, non ci avevo creduto del tutto...
Qui, un riassunto della giornata, con Levi affascinato dalla GoPro che può andare nell'acqua.
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