A tutto Est: in Giappone

17 mar 2018

Il potere dei ricordi: Aldo Moro fu rapito.

Oggi è ancora 16 marzo, eppure è già il 17.

Da una scatola preziosa della casa, Michele tira fuori dei negativi dal suo archivio e li mette nello scanner. Si sa che Michele tiene tutto: le date, i momenti, gli oggetti, i ricordi. 

Vuuum-vuuum fa la macchina. 
Vuuum-vuuum - Piiiiiiiiiiiiiii, poi le numeri, le nomini, le salvi e le riguardi. 

Com’è riguardare Pisa nel 17 marzo di 40 anni fa?
A me fa effetto. Non c’ero, non capivo, non sapevo (avevo 2 anni).
Poi ho saputo, visto e ci sto da 22 anni quasi.
Nella prima foto, l’edicola di piazza Dante c’ha la civetta che recita “RAPITO MORO – UCCISI gli uomini della scorta”.

Vuuum-vuuum - Piiiiiiiii

Marco M. dice che c’era anche lui e che era la prima volta che vedeva la Democrazia Cristiana in piazza. 
La DC. Sono nata immersa nella DC del mio paese pugliese e ci sono cresciuta fino a poco prima di andarmene. Dal mio sentire, per molti nella DC c’era solo una persona che si salvava, ed era Aldo Moro; che poi però non si è salvato. Così sentivo dalla gente, quando ancora ero piccola e non "capivo".

Da ieri si parla di 40 anni fa, quando i 5 uomini della scorta morirono e Aldo Moro fu rapito. Se ne parla con tutti i mezzi disponibili che ci sono, dalla carta stampata ai social. Chi parla, chi si arrabbia, chi sposta l’attenzione su altro. Ma tutti gli italiani conoscono il nome che sta in testa a strade, scuole e piazzali d'Italia.
Ci sarà un picco molto alto di parlare e discutere, pensare e riflettere tra 53 giorni, quando Aldo Moro sarà morto. Anzi no, quando “sarà assassinato” come dice sua figlia Agnese. 

Nel frattempo sono cresciuta e Agnese l'ho ascoltata che gia sapevo e capivo. Ho capito da lei che la storia va saputa, che se la conosci allora essa stessa ti insegna a conoscerla meglio e poi anche a vivertela.

Lei dice così degli assassini del padre, durante un incontro con Adriana Faranda:
“Sono stati una sorpresa perché nella mia mente loro sono dei mostri senza cuore, senza pietà. E lo sono anche stati. Le persone non rimangono uguali, non è che se tu hai fatto delle cose orrende poi per sempre dovrai essere una persona orrenda. Dentro queste persone c’è qualcosa di diverso da quello che io pensavo. In particolare scoprire un dolore infinitamente peggiore del mio, perché è quello di chi l’ha fatta grossa e non può rimediare. E che li fa essere totalmente disarmati nei nostri confronti. Per me Adriana è l’emblema della persona disarmata perché io avrei potuto fare o dire qualsiasi cosa e l’avrebbe accettata, non perché sono delle pecore ma perché sono disarmate di fronte a me. E imparare a disarmarsi è stata per me la grande lezione di questo stare insieme. Ho imparato da loro che se tu vuoi ascoltare qualcuno e poi parlare ti devi disarmare da pregiudizi e rabbia” (Avvenire 16 marzo 2018)

Michele ha finito. La macchina è spenta e le foto sono tutte in positivo. 
Era così, il 17 marzo a Pisa. 

Retrospettiva 1978: il rapimento di Aldo Moro

Se posso esprimere un desiderio e dare un consiglio: fermatevi sulle due foto di chi guarda dalla finestra. C’è un sacco di testo e di storia.

Grazie Michele, per aver fatto vedere a chi non c'era.

Grazie Agnese, per aver insegnato come si fa a chi non sa.



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