Enez Vaz: "Se non ti diverti a urlare, su una moto in corsa non fai grandi conversazioni. Invece passi il tempo a percepire le cose e a meditarci sopra. Su quello che vedi, su quello che senti, sull'umore del tempo e i ricordi, sulla macchina che cavalchi e la campagna che ti circonda, pensando a tuo piacimento, senza nulla che t'incalzi, senza l'impressione di perdere tempo".
Tsaramaso: chi l'ha scritto?
Enez Vaz: "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", Lara me lo ha mandato in pdf pensando che non lo avessi letto!
Tsaramaso: Io non l'ho mai letto, comunque è proprio quello che succede a chi sta dietro, non so tu. Ci sono dei momenti in cui ti senti (persino) frustrato dal fatto di non poter parlare alla persona a cui stai dietro. Ti chiedi perché stai dietro? Qual è la tua funzione? Poi ti accorgi che è inevitabile percepire le cose, senti ogni dettaglio...è incredibile la quantità di cose che ti sbattono addosso a 100 km orari, rispetto al rimbalzare del quotidiano passeggiare in città nella frenesia che ci avvolge. "...senza nulla che t'incalzi" no, non ho praticamente mai raggiunto questo stato di ZEN in tutto il viaggio, tutto mi ha incalzato. Incalzava quello che c'era e a tratti quello che avevo lasciato a casa, almeno all'inizio intendo. Questa è stata la vera fatica di questo viaggio, quella dell'inizio. Ed è per questo che i primi giorni "sedavo" con la musica...
Tsaramaso: Io non l'ho mai letto, comunque è proprio quello che succede a chi sta dietro, non so tu. Ci sono dei momenti in cui ti senti (persino) frustrato dal fatto di non poter parlare alla persona a cui stai dietro. Ti chiedi perché stai dietro? Qual è la tua funzione? Poi ti accorgi che è inevitabile percepire le cose, senti ogni dettaglio...è incredibile la quantità di cose che ti sbattono addosso a 100 km orari, rispetto al rimbalzare del quotidiano passeggiare in città nella frenesia che ci avvolge. "...senza nulla che t'incalzi" no, non ho praticamente mai raggiunto questo stato di ZEN in tutto il viaggio, tutto mi ha incalzato. Incalzava quello che c'era e a tratti quello che avevo lasciato a casa, almeno all'inizio intendo. Questa è stata la vera fatica di questo viaggio, quella dell'inizio. Ed è per questo che i primi giorni "sedavo" con la musica...
E' una delle tante bozze di questo blog. Sta lì precisamente dal 2013, di ritorno dal secondo lungo viaggio in moto lungo le coste ovest e est dell'Italia.
Il primo post fu nel 2010 e il blog su cui era pubblicato non esiste più, credo e si trova su un su un blog ormai in disuso ma ancora in rete.
Il post si chiama "per chi sta dietro" appunto.
Il post si chiama "per chi sta dietro" appunto.
Così la Bretagna diventa la parte 3 di questo stare dietro.
Ed è ancora bellissimo stare dietro, scendere per primi e salire per ultimi, ad ogni sosta.
Parlare attraverso un linguaggio muto perfezionatosi via via.
Salutare gli altri motociclisti con una semplice alzata di dito, massimo due. A volte anche al di là dello spartitraffico, e pensi che magari sotto a quel casco c'è uno stronzo, ma è il culo sulla sella che conta.
Sentire gli odori e leggere le scritte. Distrarsi con attenzione.
Scoprire delle cose e tenersele per sé. Poi le racconterai.
Temere la nuvola e capire che chi guida la vuole sfidare. Allora affidarsi e sperare.
Sì, la storia dello zen è vera in fondo.
Così come la musica alle orecchie, indispensabile per lasciarsi dietro i pensieri incalzanti del pre-partenza e per mantenere quella sensazione di tempo che non stai perdendo, anzi, che ti godi hic et nunc dal Sud a Nord tra isole e lingue di terra o semplice asfalto di autostrada.
Popolo di passeggeri, beati noi!
Ed è ancora bellissimo stare dietro, scendere per primi e salire per ultimi, ad ogni sosta.
Parlare attraverso un linguaggio muto perfezionatosi via via.
Salutare gli altri motociclisti con una semplice alzata di dito, massimo due. A volte anche al di là dello spartitraffico, e pensi che magari sotto a quel casco c'è uno stronzo, ma è il culo sulla sella che conta.
Sentire gli odori e leggere le scritte. Distrarsi con attenzione.
Scoprire delle cose e tenersele per sé. Poi le racconterai.
Temere la nuvola e capire che chi guida la vuole sfidare. Allora affidarsi e sperare.
Sì, la storia dello zen è vera in fondo.
Così come la musica alle orecchie, indispensabile per lasciarsi dietro i pensieri incalzanti del pre-partenza e per mantenere quella sensazione di tempo che non stai perdendo, anzi, che ti godi hic et nunc dal Sud a Nord tra isole e lingue di terra o semplice asfalto di autostrada.
Popolo di passeggeri, beati noi!
FOTO IN MOTO
Per chi sta dietro, 2016
Grazie!
RispondiEliminaIl tuo vecchio post del 2009 esiste ancora e si trova qui:
https://timesis.wordpress.com/2009/08/14/per-chi-sta-dietro/
che bello che esiste ancora! Allora "linko" subito nel post.
EliminaGrazie a te.