Notizie dall' Iraq - oltre la rete
Rieccomi a Baghdad, e riecco la sensazione di clausura, di soffocamento, di ottusità.
I miei interlocutori insistono testardamente a seguire le stesse vie, che li portano per forza a cozzare contro un muro. Guardi fuori dalla finestra e - alternate tra zone ormai "sub umane" da quante macerie stratificate vi sono accumulate - trovi piccole aree verdi, soprattutto vicino al Tigri. Lì ci sono contadini che, tra le chiome delle palme da datteri e la superficie di questo suolo antico, coltivano due strati di colture, frutta prima e ortaggi o grano più sotto. Ma come hanno fatto a perdere quella saggezza? Passando veloce con la macchina, nel caos perenne di traffico, tra i fumi neri dello smog, intuisci che lì dentro - in quella fitta ed intelligente selva - sta il nucleo della "Mezza luna fertile"; un piccolo grande messaggio di speranza.
Arrogance.
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"Rieccomi nella mia prigione", scrive Arrogance da Baghdad via whatsApp.
E lo convinco a scriverci due righe di getto.
Baghdad, 9.3.2014
Rieccomi a Baghdad, e riecco la sensazione di clausura, di soffocamento, di ottusità.
I miei interlocutori insistono testardamente a seguire le stesse vie, che li portano per forza a cozzare contro un muro. Guardi fuori dalla finestra e - alternate tra zone ormai "sub umane" da quante macerie stratificate vi sono accumulate - trovi piccole aree verdi, soprattutto vicino al Tigri. Lì ci sono contadini che, tra le chiome delle palme da datteri e la superficie di questo suolo antico, coltivano due strati di colture, frutta prima e ortaggi o grano più sotto. Ma come hanno fatto a perdere quella saggezza? Passando veloce con la macchina, nel caos perenne di traffico, tra i fumi neri dello smog, intuisci che lì dentro - in quella fitta ed intelligente selva - sta il nucleo della "Mezza luna fertile"; un piccolo grande messaggio di speranza.
Arrogance.
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